In tempi in cui la perfezione appare chimera irraggiungibile, ci si sta attrezzando per celebrare la specialità dell’errore, del fallimento, dello sbaglio, spesso involontario, talvolta deliberato. E quale giorno potrebbe essere migliore del 29 febbraio per celebrare l’errore? Soprattutto perchè quest’anno non è bisestile e si sbaglierebbe a cercare gli appuntamenti dell’”Error Day”, che il 28 febbraio, l’1 e il 2 marzo accoglieranno a Bologna i curiosi. Si comincia venerdì all’Accademia di Belle Arti con una serie di conferenze dedicate all’“errore in accademia”: interverranno per l’occasione il direttore dell’Accademia Mauro Mazzali, l’artista Meng Huang, l’esperto di fumetti Enrico Fornaroli e l’attrice e performer Lorenza Franzoni. “Il re è fuso” è il titolo degli appuntamenti di sabato, durante i quali all’interno della Biblioteca Renzo Renzi della Cineteca di Bologna si alterneranno Lorenzo Enriques, lessicografo e amministratore delegato della Zanichelli, insieme lo scrittore Ermanno Cavazzoni, l’autrice dell’Albero Azzuro Alessandra Berardi e il direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli, che ha ridato luce ad alcuni film dimenticati. Si conclude domenica davanti alla fontana del Nettuno con “Errare a Bologna”, visita guidata alla scoperta di gaffe monumentali.
Sono tanti gli invitati, ma una sola è la mente dietro al progetto: Clelia Sedda, ricercatrice e insegnante alla facoltà di Filosofia di Urbino e anche attrice comica. Perchè ha deciso di fare questo Error day? «Avevo la necessità, l’interesse e il piacere di dire alcune cose su una questione che riguarda tutti. Ma per fare l’Error Day bisogna andare incontro alla perfezione». Sedda si autodefinisce “campionessa mondiale di errori»: «dopo averne commessi una quantità industriale da piccola e in seguito a tutti i rimproveri di mio padre, ho deciso di appendermi da sola la medaglia al petto». Qual è l’origine di tale perversione, è una qualità innata o ha bisogno di essere coltivata nel tempo? «Ho studiato il principio di causalità dell’errore, visto che spesso scambiavo gli effetti per le conseguenze. Il discorso è diventato per me un tema centrale, se inteso come presupposto dell’ironia. Nella mia vita ho sempre unito ricerca scientifica e testi comici».
Solo un’errore per Clelia Sedda è inequivocabilmente condannabile: l’autoindagine psicologica: «Combatto una lotta quotidiana contro l’autostima: cosa significa “devo fare un lavoro su di me?“. E’ inutile, perché verificare la bontà degli altri è un inferno. La vera ricerca è dimenticarsi di se stessi e guardare il mondo attorno». Sparare sulla croce rossa della politica sarebbe facile, se si parla di fallimenti madornali. Ma Sedda stavolta tralascia l’ironia: «chi fa politica deve assumersi la responsabilità di creare la tragedia: gli errori che si fanno ricadono sugli altri. Politica, medicina e legge sono fisiologicamente legate all’errore». Chi è un manifesto dell’errore nell’arte? «Michelangelo Buonarroti sbagliando ha creato bellezza, come rivelerà il direttore Mazzali domani pomeriggio in Accademia». Ma l’amore è fatto più di esattezze o di sbagli? «Amare è sbagliare: noi siamo amati per i nostri difetti, non perchè siamo perfetti».
Di Salvatore Billardello