Questa volta, abbiamo intervistato per la Malivista Clelia Sedda, attrice, performer, docente universitaria.
Tu e malacopia: cos’è per te la malacopia e un episodio che ha a che fare con la malacopia.
E’ il termine che riassume il mio lavoro. Da sempre, a scuola, per esempio, in un tema non riuscivo a fermarmi. Man mano che dovevo scrivere la bella copia correggevo il contenuto redigendo una molteplicità di copie che si allontanavano sempre dalla prima. Il tema, più ci pensavo più poteva assumere una infinità di sviluppi e più scrivevo più apparivano tanti temi, tante copie, una diversa dall’altra, tanti quanti me ne consentiva il tempo e sempre in continuo cambiamento. Tutte malecopie.
Lavoro: di gruppo o solitario?
Il lavoro è come l’amore. Io preferisco quello di gruppo.
Ci descrivi il tuo lavoro: come lo vivi e come lo pensi?
Come una necessità. Impellente e imprescindibile. Ho preso alla lettera il refrain “chi non lavora non fa l’amore”. Essendo il mio un triplo lavoro da una parte di ricerca dall’altra creativo e dall’altra ancora esecutivo è stato per me, nel passato, un bagno di sangue. Non ho mai fatto corsi di teatro o recitazione e ho avuto bisogno dell’ironia per sopravvivere. Mi sono mantenuta facendo l’attrice e scrivendo testi comici. Non ho mai voluto fare solo l’attrice perché da piccola ho visto film come “Che fine ha fatto Baby Jane”, “Viale del tramonto” etc. e perché ho avuto la sfortuna di conoscere degli attori detestabili quanto i ragni pelosi, solo che i ragni pelosi non li ho mai visti se non in fotografia. Fare l’attore è il mestiere più facile del mondo, l’attore è un miracolato (io mi sono sentita tale, sono stata presa a tutti i provini che ho fatto e pagata e trattata come una regina). Gli attori sono solo carne nelle mani del regista, interpretano un’anima che non hanno, la possiedono solo provvisoriamente e la perdono quando devono vestirne un’altra. Sono narcisisti e noiosi, vogliono essere sempre al centro dell’attenzione soprattutto quando non hanno nulla da dire, inclini alla depressione, schiavi dello sguardo degli altri, potenziali alcolizzati, hanno paura di scomparire se tu non li guardi e allora ti ammorbano e pestano i piedi. Non parlo di chi è autore delle cose che recita. Non volevo fare solo l’attrice, perché volevo che la mia vita fosse romanzo non indecente. Sono stata assegnista di ricerca, ho conseguito il dottorato e sono stata professore a contratto all’università, lezioni, ricevimento, tesi, consigli di facoltà e d’istituto per 1000 euro l’anno, esclusi gli anni del dottorato e degli assegni di ricerca. Dal 2012 ho lasciato l’università, ho iniziato a fare le mie cose, continuo a seguire tesi e sono stata la consigliera d’amministrazione più veloce del west. Sto realizzando la giornata mondiale dell’errore (12 ottobre 2013, Columbus day), un trailer di un film dal titolo T’erra, ho realizzato un’applicazione per I pad, sto scrivendo uno spettacolo sull’errrore e uno omofobo per il Circolo arci gay il Cassero, ho presentato la decennale eucaristica, ho scritto (su commissione e retribuita) un articolo per una rivista tedesca di filosofia del diritto su una personal shopper, ho tenuto un corso all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e corsi di formazione sull’errore per aziende (per insegnare agli altri a sbagliare, casomai non ci riuscissero bene da soli) sto facendo lavori come copy, ho scritto 2 canzoni per il mio cantante preferito e sto mettendo a punto il mio database sulle origini del cinema scientifico.
Cos’è per te la creatività?
È la pazzia messa in forma.
Creativo è anche utile?
Utilissimo, per sfuggire alla diagnosi!
Un’idea per il futuro.
Una valigia che vince la forza di gravità.
…con amore
Clelia Sedda e malacopia