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Mostro dell'errore

L'ignoranza si lascia spesso tranquillamente istruire: ma l'errore oppone sempre una dura resistenza e tremenda. Ora contro a questo mostro voi dovrete combattere una perpetua battaglia. Preparatevi dunque ad avere in eterni nemici tutti que' tanti che traggono da esso la loro utilità o fondano sopra di esso le loro speranze.
Giuseppe Bianchetti, Dello scrittore italiano

Mouse

Un ex ingegnere di Apple ha deciso di riportare alla memoria la storia della creazione dei mouse della mela. Il famoso Magic Mouse, che è fornito di default con tutti gli iMac (a meno che non ordiniate il computer con il Magic Trackpad), è nato da un errore.

Partiamo dalla considerazione principale: Steve Jobs non sopportava l’idea di un mouse con più di un pulsante. Proprio da questa idea è partita la concezione di un mouse senza pulsanti che ha portato poi alla creazione del Magic Mouse. Abraham Farag, un ex ingegnere di Apple, ha raccontato la storia della creazione dei mouse ad un pulsante solo.

Farag arrivò in Apple nel 1999, e iniziò a lavorare con la squadra che doveva reinventare il mouse degli iMac. Il modello precedente era il modello a forma di disco da hockey, fornito di default con gli iMac G3, quelli con il case colorato per intenderci. Questa periferica però soffriva di gravi problemi: il mouse innanzitutto era scomodo da tenere in mano a causa della sua forma troppo tondeggiante e poi veniva fornito con un cavo estremamente corto.

A quel tempo erano disponibili 5 prototipi di nuovi mouse da mostrare a Steve Jobs, che avrebbe valutato il lavoro e selezionato il migliore. In aggiunta a questi 5 concept era presente anche un ultimo prototipo incompiuto, ispirato al design dell’Apple Desktop Bus Mouse II. Quest’ultimo modello non convinceva per nulla i designer, in special modo Farag in quanto non essendo terminato non doveva trovarsi insieme agli altri. “Sembrava una massa informe di colore grigio e noi volevamo far sparire quell’orrore in una scatola così che nessuno potesse vederla” – dice ora Farag.

Ma la storia ci dimostra come le opinioni dei designer fossero differenti da quelle di Jobs. Nel momento in cui arrivò Steve Jobs per visionare i modelli le cose presero una piega inaspettata in quanto Jobs guardò i vari modelli e puntò il dito verso la figura del prototipo incompiuto e sbagliato e disse “Questa è pura genialità. [...] Non vogliamo alcun pulsante”. In quel momento qualcuno riuscì a dire prontamente “Via i pulsanti”salvando la situazione e non facendo scoprire l’errore. In seguito però i designer si trovarono dinanzi alle difficoltà di progettare un modello senza pulsanti, rassomigliante quindi al prototipo selezionato da Jobs a causa dell’errore.

Da quel prototipo quindi sarebbe venuto fuori l’elegante Apple Pro Mouse disponibile dal 2000. Successivamente ci fu solo un ultimo tentativo dei designer di proporre un mouse con dei pulsanti, stroncato prontamente da Jobs. “Chi sono i deficienti che lavorano a questo progetto?” disse Jobs non appena visto quel prototipo di mouse multi-pulsante. Farag allora disse che era stato richiesto dalla divisione marketing. Al che Steve rispose:“Il marketing sono io. [...] Il team marketing è composto da un solo membro. [...] Non faremo quel prodotto”.

Ma come si è giunti al Magic Mouse? Questa particolare conversazione costrinse quindi gli ingegneri a realizzare un mouse capace di funzionare con dei sensori e non con dei pulsanti. Nacque quindi il Mighty Mouse, quello con la famosa sferetta al centro, e in conclusione il più elegante e perfezionato Magic Mouse, che ancora oggi viene venduto insieme agli iMac.

Musica con gli alberi

I cerchi all'interno del tronco di un albero servono a capirne l'età, ma qualcuno ha pensato bene di usarli come fossero solchi di un vinile: l'artista tedesco Bartholomäus Traubeck ha creato un macchinario che riesce a far suonare i tronchi degli alberi su un giradischi, traducendo i cerchi in note musicali.
Il progetto, intitolato "Years", include anche dei sensori che raccolgono informazioni sul colore e le fattezze del legno, che tramite un algoritmo vengono tradotte in note di pianoforte.

 

Musica: Canzoni che parlano di errori

Un articolo del Guardian redige una lista di canzoni sull'errore

Country music's love of the sacred and the profane means it's almost uniquely placed to deal with the fallout from mistakes. Honky-tonk hero Carl Smith's bitterly gorgeous hymn to choosing the wrong woman still thrums with pain 60 years after its original release. Billy Strayhorn was only 16 when he wrote the majority of Lush Life, yet it's a brilliant tale of failed romances and lives wasted in the mistaken pursuit of illusions. Coltrane and Hartman's version is a masterpiece of weary regret.

"I thought I met a man," ex-Byrd David Crosby sang in 1971, "who said he knew a man, who knew what was going on … I was mistaken." Can you imagine how head-spinningly confusing (and amazing) it must have been being Crosby in 1971? Fela Kuti is much less troubled by the concept of mistakes – he knows they can have outcomes that are both good and bad. "After all the mistake," he sings, "you still stand like a man."

Ben Folds Five's Brick deals with the emotional impact of an abortion. The young couple go through with it secretly and quietly, but what they did never leaves them, and it never gets better. When confronted by a parent, he sings, "She broke down and I broke down, cause I was tired of lying." Was this a mistake on top of a mistake? Hawkwind take a much longer view of what is a potentially catastrophic – perhaps environmental – human mistake. "Think about the things that we should have done before," they sing, "the way things are going, the end is about to fall."

Wiley considers all the times he's gone wrong, whether personally or in his career, then suggests: "A mistake is only that if you make it twice/ Mistakes that I've made have helped me in life." A young Ian Dury is caught while out "on the nick" and owns up regretfully to pilfering a "silhouette of nudes". The mistake being the shopkeeper's: Dury still has another grubby mag he stole earlier in his pocket.

 

Tim Buckley's mistake was to be in love and have someone love him and still not be able to give himself to it. "To hold something real and not believe it," he sings, "to live in her life and never trust it." Finally, Dinah Washington knows she's messed up ("Why should I take somebody like you and shame you?"), but she also knows life goes on. There is a way back for her, for all of us, even after such cruelty. In the end, don't the mistakes make us who we really are?

  1. I Overlooked An Orchid (While Searching For A Rose) Carl Smith
  2. Lush Life John Coltrane and Johnny Hartman
  3. Laughing David Crosby
  4. Mistake Fela Kuti
  5. Brick Ben Folds
  6. We Took The Wrong Step Years Ago Hawkwind
  7. My Mistakes Wiley
  8. Razzle In My Pocket Ian Dury
  9. I Must Have Been Blind Tim Buckley
  10. What Can I Say After I Say I'm Sorry? Dinah Washington